Recensione

[Anno I, n° 1. Marzo 2000]

Bruno Caldironi, Seminari di psicopatologia e psicoterapia, Claudio Nanni Editore, Ravenna 1992

Di Fulvio Zanella

Agli allievi di Bruno Caldironi o, come ama dire lui, ai suoi “ragazzi”, capita spesso di sentirlo ribadire l’importanza della clinica nel lavoro psicoterapeutico, forse preoccupato all’idea che ci si perda in disquisizioni filosofiche o in sottigliezze linguistiche. Il medico in lui sembra prendere il sopravvento, ma è solo un’impressione. L’idea di clinica di Caldironi rompe gli argini della psicopatologia, si nutre di fisica, di filosofia, di antropologia, di letteratura, di musica.
Con il suo libro Seminari di psicopatologia e psicoterapia Caldironi consente al lettore di entrare in contatto con questa sua idea di clinica, frutto di un’esperienza più che quarantennale come neuropsichiatra e psicoterapeuta, in particolare nella prima parte in cui descrive le subpersonalità depressa, ossessiva, isterica, schizoide e borderline.
Si tratta di un testo dal quale a più riprese emerge il percorso formativo dell’Autore, gli incontri che lo hanno arricchito sul piano umano e professionale, da Viktor Frankl a Fretigny e Virel, da Erich Fromm a Roberto Assagioli.
Seminari di psicopatologia e psicoterapia si rifà sul piano teorico alla psicosintesi, riprendendone le riflessioni sul concetto di personalità e su quello di subpersonalità e l’ipotesi di un percorso terapeutico che non si arresti all’intervento su un sintomo, ma prosegua verso l’autorealizzazione entro un’ottica sintetica tesa ad armonizzare ed equilibrare le componenti della personalità.
Ricordando Assagioli, Caldironi ci fa presente che la psicosintesi terapeutica è, prima di tutto, un modo di essere che permette di curare e di avere cura, qualcosa che ha a che fare con la capacità del terapeuta di essere presente come persona (“essersi”, oltre ad “esserci”), capace di offrire accudimento, comprensione, valorizzazione, speranza. Per l’Autore, paziente e terapeuta crescono insieme entro un rapporto empatico in cui sono presenti dinamiche transferali e controtransferali. Alla crescita entro una relazione con queste caratteristiche contribuiscono tecniche che fanno leva sulla funzione terapeutica del simbolo, in particolare visualizzazioni guidate, tecniche di rilassamento e meditative. Una scelta, questa, che ci ricorda lo studio della “Imagerie mentale” a cui Caldironi si è dedicato fin dagli anni Sessanta con Fretigny e Virel a Parigi. Seminari di psicopatologia e psicoterapia è un testo leggibile a vari livelli, può rappresentare uno strumento di lavoro e di riflessione per il terapeuta e l’allievo, ma non di meno offre stimoli importanti a chiunque sia sulla via dell’autocoscienza. Questi lettori scopriranno fin dalle prime pagine che l’Autore, dedicando il libro “ai miei ragazzi”, in fondo lo dedica anche a loro.

Fulvio Zanella