Una delle caratteristiche della psicosintesi è quella di collocare l’uomo, la sua crescita personale e la sua cura, entro un’ottica che oggi definiremmo come olistica, termine molto in voga al momento. Infatti il suo fondatore, Roberto Assagioli, riteneva che tanto la cura dell’individuo, quanto la sua crescita personale, non potessero essere mediate soltanto dal lavoro mentale ed emotivo, ma necessitassero anche di un’attenzione e di un lavoro a livello corporeo. Egli precisò che più che di Psicosintesi, sarebbe stato opportuno parlare di Bio-psicosintesi, proprio per sottolineare la necessità di includere il corpo nel lavoro psicosintetico. In particolare, egli descrisse l’uomo ed il suo funzionamento, come articolato su quattro distinti livelli: mentale, emotivo, corporeo e transpersonale.

Il corpo nel lavoro psicosintetico

In che modo viene utilizzato il linguaggio del corpo in Psicosintesi? Partiamo dal presupposto che il corpo, nella sua concezione psicosintetica, racchiude tutta la costituzione biopsicospirituale dell’uomo: i pensieri, le emozioni ed anche il Sé. Nessuno di questi livelli sarebbe percepibile o contattabile se non ci fosse il corpo. Esso è la realtà più immediata con cui entrare in contatto e con cui procedere verso un graduale percorso di consapevolezza, trasformazione e realizzazione di Sé. In questo senso un lavoro molto utile può derivare dall’entrare in contatto diretto col corpo, con le sensazioni che percepiamo, entrando in ascolto di esso, in tal caso il corpo sarà la via d’accesso all’essere umano, un veicolo di vissuti. Ma il corpo può anche funzionare come porta d’accesso, per un passaggio successivo ad un lavoro più direttamente mentale/emotivo/spirituale, il suo ascolto rende possibile accedere al nostro mondo mentale, sentire quali emozioni si muovono in noi e fare anche esperienza di quella parte più autentica di noi stessi, che in Psicosintesi definiamo come il nostro Sé.

Le tecniche

Quali tecniche possono essere utilizzate per lavorare sul corpo e attraverso esso? Tutte le tecniche sono finalizzate a stabilire un “contatto” con contenuti propri del livello corporeo stesso, o degli altri tre livelli, ma anche semplicemente con l’esperienza del qui e ora. Tale contatto può essere realizzato sia coltivando la partecipazione del corpo alle tecniche usuali del repertorio psicosintetico (visualizzazioni, meditazioni, ecc.), sia attraverso esercizi espressamente fisici, che tuttavia non sono mai separati dalla verbalizzazione su ciò che accade e dall’elaborazione psichica. Alcuni esempi di quest’ultimo tipo di tecniche sono: respirazione, uso del movimento e della danza, posizioni, l’uso del suono e della voce, l’allenamento delle percezioni sensoriali, il rilassamento e la distensione e la meditazione. Il lavoro corporeo, in definitiva, rappresenta una valida strada da percorrere per giungere alla meta finale del processo psicosintetico: l’integrazione dei diversi livelli del funzionamento umano, verso l’armonia e la sintesi della personalità.

Dott.ssa Valentina Iannuzzi

Psicologa

v.iannuzzi.psi@gmail.com